venerdì 20 marzo 2015

In cammino !

Sono le due e mezzo del mattino e siamo a Torino in corso Vittorio Emanuele II pronti a salire sul bus navetta che ci porterà all’aeroporto di Orio al Serio...... siamo allo stallo n. 3... c'è un lieve tepore.. 12 gradi! Finalmente il bus: carichiamo gli zaini nel baule e saliamo a bordo. Un misto di ansia e preoccupazione mi pervade profondamente:  mi sto catapultando nella nuova avventura ma sto facendo a pugni con me stesso per aver lasciato famiglia e affetti a casa. Sembra quasi una fuga e mi vien voglia di scendere e continuare il mio pellegrinaggio quotidiano in famiglia. Ma perché mi chiedo? Perché sento questa sensazione? La mia non è una gita … è una cambio di passo, più lento, un’istanza interiore, più profonda, un cambio di prospettiva, più aperta, pur rimanendo me stesso. Mi scopro arpionato al sedile e mi balenano innanzi agli occhi le immagini della Cruz de Hierro e dell’Alto do Cebreiro, mi sento trasportare lontano e non oppongo resistenza … Santiago calling …..  Immerso nei miei pensieri non mi accorgo che la porta si è chiusa e si parte. Filiamo veloci tra i palazzi lungo i larghi viali alberati che di giorno assomigliano trafficatissimi gironi infernali: in pochi minuti entriamo in tangenziale. L’abbacchio con le patate che ho mangiato per la festa del papà continua a scalciare... ho bisogno di un sonno ristoratore. Calzo le cuffiette e chiudo gli occhi.

E li riapro: qualcuno, dopo aver chiuso i suoi, da buon roncador, ha attratto immediatamente l’attenzione e le imprecazioni dei passeggeri per un’ouverture nasale degna delle migliori motoseghe da spaccalegna. Un dosso, uno sbalzo e si rilassa, con buona pace di tutti.