martedì 24 marzo 2015

Arrivo a Foncebadón

La mattina ad Astorga si è presenta molto fredda.
Appena usciti dall'albergue (8 a.m) mi stupisco per il nevischio che scende: la temperatura si aggira intorno ai 7 gradi e la neve sembra secca. Non appena  tocca terra, scompare. All'albergue non era prevista la colazione e così entriamo nel primo bar aperto: vedo in vetrina saccottini al cioccolato giganti che decido testè di rinominarli saccottoni. Ovviamente ne ordino uno. Dopo averlo scaldato, il barista lo propone con coltello e forchetta (l'ho detto cihe era gigante) e mi servono ben due caffè per mandarlo giù. Apro una parentesi: immaginavo di dover combattere con surrogati di caffè da mezzo litro e invece devo riconoscere la bontá degli espressi bevuti fin qui... chapeau!
Nel bar studio la mappa e il percorso del dìa: sono previsti circa 21 km con arrivo a Rabanal del Camino. Quindi, dopo aver riempito la cambusa (ndr pancia), usciamo dalla cittá passando davanti alla Cattedrale ed al palazzo vescovile progettato dal Gaudì e mai abitato da un vescovo... (strani sti spagnoli)...  sembra un castello delle favole, stupendo... ma conosciamo l'autore (vds Sagrada Familia a Barcellona).
Insomma ci mettiamo in cammino e dopo una discesa di qualche chilometro, dopo una breve sosta e qualche momento di raccoglimento nell'ermita dell'Ecce Homo, iniziamo a percorrere una lenta ma leggera e continua salita.
Attraversiamo paesini come Valdeviejas, Murias de Rechivaldo, S. Caterina de Somoza ed El Ganso: sono per lo più abitati, non veri e propri paesi ... un pò come dalle nostre parti dove si trovano le frazioni Case Sparse. Oltre alle chiese che esternamente possono sembrare abbandonate e che invece all'interno hanno cori lignei di alta fattura e statue della Vergine Maria adornate da drappeggi elaborati (cosa fina!) questi abitati hanno in comune due cose: l'ospitalitá delle persone che si incontrano (superlativa, tutti ci salutano e ci augurano buen camino... proprio come sulla via francigena .. aaahh certo certo) e la ruralitá dei posti, degna dei film di Enzo Barboni o di Sergio Leone (mancava solo di essere fermati da Bill Sanantonio o da Sentenza).
Sono paesi che sarebbero giá scomparsi dalle cartine topografiche se non esistesse il Camino de Santiago: piccoli negozi, le tiendas, in cui ti vendono di tutto per sopravvivere.....
Alle 14.00, dopo aver percorso  un sentierino costeggiato da una rete completamente ricoperta di croci, giungiamo a Rabanal del Camino: una ragazzona dai capelli rossi ci accoglie lungo la strada centrale e ci invita a riposare un pò nel giardino lì vicino offrendoci un caffè a donativo... mi sono ritrovato tra le mani un mezzo litrozzo di acqua marrone calda... credevo di evitarlo ma se a caval donato non si guarda in bocca, ho trangugiato la pozione offerta e che comunque mi ha scaldato, vista anche la temperatura bassa.
Insomma considerato di avere ancora gamba e che per la tappa di domani è di oltre 33 km, approfittando dell'unico raggio di sole della giornata, decidiamo di spingerci fino a Foncebadòn, sul monte Irago, circa 6 km più avanti.
Usciti da Rabanal ci immergiamo in un sentiero colmo di ginestre non ancora in fiore (vorrei vedè... giugno è lontano). Dopo quanche chilometrata, ci fermiamo ad un fontanile: circondato dai monti leonini, ricoperti di boschi e ginestre, dalla neve caduta da qualche giorno e da elettrodotti che un pò fanno scempio del paesaggio, assaporo il silenzio intorno a me, mi faccio accarezzare dal vento, e i miei pensieri volano subito lontano.. alle persone che amo, alla maison, ma anche al perchè mi sono messo in cammino, a ciò che cerco e che penso o spero di trovare, senza illusioni ma con molta fiducia. Gli ultimi 2500 metri li facciamo su asfalto per via del fango. Arrivati a Foncebadòn, malinconica e romantica allo stesso tempo, una ricca, e dico ricca, doccia calda non ce l'ha tolta nessuno (erano le 3.40 p.m. che non vuol dire post mortem.... come qualcuno mi disse tempo fa dall'alto del suo forbito parlar..).