La mattina ad Astorga si è presenta molto fredda.
Appena usciti dall'albergue (8 a.m) mi stupisco per il nevischio che scende: la temperatura si aggira intorno ai 7 gradi e la neve sembra secca. Non appena tocca terra, scompare. All'albergue non era prevista la colazione e così entriamo nel primo bar aperto: vedo in vetrina saccottini al cioccolato giganti che decido testè di rinominarli saccottoni. Ovviamente ne ordino uno. Dopo averlo scaldato, il barista lo propone con coltello e forchetta (l'ho detto cihe era gigante) e mi servono ben due caffè per mandarlo giù. Apro una parentesi: immaginavo di dover combattere con surrogati di caffè da mezzo litro e invece devo riconoscere la bontá degli espressi bevuti fin qui... chapeau!
Nel bar studio la mappa e il percorso del dìa: sono previsti circa 21 km con arrivo a Rabanal del Camino. Quindi, dopo aver riempito la cambusa (ndr pancia), usciamo dalla cittá passando davanti alla Cattedrale ed al palazzo vescovile progettato dal Gaudì e mai abitato da un vescovo... (strani sti spagnoli)... sembra un castello delle favole, stupendo... ma conosciamo l'autore (vds Sagrada Familia a Barcellona).
Insomma ci mettiamo in cammino e dopo una discesa di qualche chilometro, dopo una breve sosta e qualche momento di raccoglimento nell'ermita dell'Ecce Homo, iniziamo a percorrere una lenta ma leggera e continua salita.
Attraversiamo paesini come Valdeviejas, Murias de Rechivaldo, S. Caterina de Somoza ed El Ganso: sono per lo più abitati, non veri e propri paesi ... un pò come dalle nostre parti dove si trovano le frazioni Case Sparse. Oltre alle chiese che esternamente possono sembrare abbandonate e che invece all'interno hanno cori lignei di alta fattura e statue della Vergine Maria adornate da drappeggi elaborati (cosa fina!) questi abitati hanno in comune due cose: l'ospitalitá delle persone che si incontrano (superlativa, tutti ci salutano e ci augurano buen camino... proprio come sulla via francigena .. aaahh certo certo) e la ruralitá dei posti, degna dei film di Enzo Barboni o di Sergio Leone (mancava solo di essere fermati da Bill Sanantonio o da Sentenza).
Sono paesi che sarebbero giá scomparsi dalle cartine topografiche se non esistesse il Camino de Santiago: piccoli negozi, le tiendas, in cui ti vendono di tutto per sopravvivere.....
Alle 14.00, dopo aver percorso un sentierino costeggiato da una rete completamente ricoperta di croci, giungiamo a Rabanal del Camino: una ragazzona dai capelli rossi ci accoglie lungo la strada centrale e ci invita a riposare un pò nel giardino lì vicino offrendoci un caffè a donativo... mi sono ritrovato tra le mani un mezzo litrozzo di acqua marrone calda... credevo di evitarlo ma se a caval donato non si guarda in bocca, ho trangugiato la pozione offerta e che comunque mi ha scaldato, vista anche la temperatura bassa.
Insomma considerato di avere ancora gamba e che per la tappa di domani è di oltre 33 km, approfittando dell'unico raggio di sole della giornata, decidiamo di spingerci fino a Foncebadòn, sul monte Irago, circa 6 km più avanti.
Usciti da Rabanal ci immergiamo in un sentiero colmo di ginestre non ancora in fiore (vorrei vedè... giugno è lontano). Dopo quanche chilometrata, ci fermiamo ad un fontanile: circondato dai monti leonini, ricoperti di boschi e ginestre, dalla neve caduta da qualche giorno e da elettrodotti che un pò fanno scempio del paesaggio, assaporo il silenzio intorno a me, mi faccio accarezzare dal vento, e i miei pensieri volano subito lontano.. alle persone che amo, alla maison, ma anche al perchè mi sono messo in cammino, a ciò che cerco e che penso o spero di trovare, senza illusioni ma con molta fiducia. Gli ultimi 2500 metri li facciamo su asfalto per via del fango. Arrivati a Foncebadòn, malinconica e romantica allo stesso tempo, una ricca, e dico ricca, doccia calda non ce l'ha tolta nessuno (erano le 3.40 p.m. che non vuol dire post mortem.... come qualcuno mi disse tempo fa dall'alto del suo forbito parlar..).
Il mio cammino per Santiago di Compostella lungo il Camino Francés - Resoconto quotidiano