lunedì 30 marzo 2015

Sole... sole.. sole!

Mancano circa 90 chilometri alla cittá dell'Apostolo: non molti ed infatti mercoledì 1 aprile potremmo giá varcare il Portico della Gloria.

Mah.. non vi ho detto una cosa!.. Sicuramente lo sapete ma l'Apostolo Giacomo venerato a Compostella è il Maggiore, fratello di Giovanni, entrambi figli di Zebedeo e di Salome.. i così chiamati "boanerghes"...  i figli del tuono (per il loro zelo incredibile) ... da non confondere con San Giacomo di Alfeo, detto invece il Minore.

Dunque, dicevo di mercoledì: in realtá avevamo giá deciso di arrivare Venerdì Santo e pertanto apportiamo rapidamente gli opportuni aggiustamenti: anzichè percorrere 40 chilometri per giungere a Melide, decidiamo di fermarci a Palas de Rei, 15 in meno.
Alle 8 siamo in marcia: lasciamo l'ospitale, che sul Camìno si chiama albergue (da non confondere con i comuni alberghi per turisti che invece si chiamano hostales) e, dopo aver riattraversato l'invaso artificiale (l'embalse de Belesar) della cittá vecchia di Portomarìn, saliamo una ricca salita che ci tempera anima,  cuore e gambe... ne sentivamo proprio la necessitá!
La salita è comunque suggestiva per via della nebbiolina che ci circonda, ma ci accorgiamo che il sole si prepara ad uscire e anche con una certa prepotenza.
25 chilometri in mezzo a boschi di conifere intervallati da bellissimi pianori verdi con piante in fiore.
Oltre ai cinguettii ed alle farfalle, ci accompagna la dolce ed intonata voce delle doppiette dei cacciatori che saltuariamente fanno accenno alla loro leggiadra presenza.
La giornata è bella e mi metto in cabriolet: levo le gambe ai pantaloni e mi godo la passeggiata sotto un sole cocente che comincia ad asciugare l'umiditá nelle ossa (ricordate la neve di Foncebadòn e l'acqua de O' Cebreiro?)
I saliscendi sono continui e lungo il sentiero, che attraversa diverse volte la N547, si gustano con piacere i colori della natura e le soavi note olfattive che, con una certa regolaritá di centellinazione, si alternano tra la carruba matura, la paglia bagnata, il pane da forno e la porcilaia fangosa... respiro a pieni polmoni.... altro che vaccino antinfluenzale....
Procedo regolare nel mio cammino notando le prime defezioni tra i pellegrini dell'ultima ora (eh eh eh), colpiti soprattutto dalle ampollas (vesciche), nonostante affidino i loro zaini o addirittura i trolley ad omini che, con il loro furgone, li ritirano presso l'albergue del mattino per lasciarlo a quello della sera (ovviamente a pagamento!)....
Questa situazione è ben conosciuta anche dai tassisti della zona che, come condor rapaci, fanno su e giù per la statale aspettando la resa dei predetti pellegrini dell'ultima ora (ih ih ih)....
Insomma: alle 15 siamo a Palais de Rei e ci fermiamo all'albergue "da Benito": ci accoglie il responsabile che, pur con molta gentilezza, parla come una hostess mimando le cose da sapere prima del decollo.

A proposito da Sarrìa gli albergue (tranne quelli municipali dove rischi le cimici) fanno cartello: 10 euro x dormire mentre prima abbiamo assistito ad una concorrenza spietata  con prezzi al ribasso....

Il posto non dice molto... si salva la chiesetta in pietra di San Tirso.... peccato.

Stasera plato combinado! Dopo un breve giro della cittá (eufismo), mi siedo ad un tavolino a prendere il sole facendo riposare all'aria i piedini (45 il numero della scarpa)...e pettinandomi il pizzo che nel frattempo è cresciuto.