martedì 31 marzo 2015

Alea iacta est!

Alle 07.30 mi scaravento giù dalla branda: una dormita favolosa nel mio sacco a pelo.... un dolce tepore ... visto da fuori sembro una larva.
In meno di 10 minuti mi preparo, faccio lo zaino e provvedo alla colazione, manco bisognasse correre per l'alzabandiera.
Usciamo fuori: è ancora buio ed una leggera nebbiolina avvolge ancora il paese. Muoviamo i primi passi ma sono ancora legato a Morfeo... oggi sará dura....lo sento a pelle.
Era nell'aria: da questa mattina io e il mio compagno di viaggio camminiamo separatamente. La cosa si è creata in cammino, non so bene come, ma oggi è sbocciata. Dunque cammini separati, il dado è tratto...
Quindici chilometri mi separano da Melide, la cittá che viene considerata il cuore della Galizia in quanto ne è il centro geografico.
Il percorso è semplice: saliscendi continui su sterrato, a volte fangoso, attraverso piccoli centri rurali ed enormi boschi di eucalipti.
Nonostante riesca facilmente a condividere due chiacchiere con pellegrini tedeschi e spagnoli, il cammino odierno lo trovo assai noioso: non aiuta certo il cielo coperto (oggi il sole non si è affacciato nemmeno per un minuto) nè la cappa di umiditá che fa sudare come spugne strizzate. Anzi devo aguzzare anche la vista in quanto le radici degli eucalipti, oserei dire molto subdolamente, attraversano il sentiero nascondendosi sotto il letto di foglie secche che fa da tappeto al sentiero stesso.... pensa che ruzzolone! Un particolare riconoscimento va alla Chiesa di San Giovanni a Furelos di Melide: cori lignei di alta fattura dedicati alla Passione.
Arrivato a Melide, la attraverso velocemente perchè non ho voglia di fermarmi molto: salto la visita alla pulperia più famosa della regione e mi fermo in una panaderia per un pranzo frugale... giá il tempo non aiuta ... figuriamoci camminare con un polpo che si muove nello stomaco!
Lascio la cittá per ripiombare nei boschi puntando ad Arzua: altri 15 km...ma sono appena le 13.00 quindi conviene continuare. A Boente entro nella chiesa di Santiago de Boente (appunto) e qui noto, oltre alla centralitá della statua di Santiago pellegrino quella di Santiago matamoros che, invece, è posta poco più in alto.
Prima di entrate ad Arzua, il centro più grosso della zona, devo superare due belle salite prima e dopo Castagneda e Ribadiso... una sudata che non vi dico.
Adesso riposo in branda, nel nuovo albergue: ho i brividi per lo sforzo e il viso brucia come se avessi la febbre. Tra qualche minuto però esco per farmi un giretto (defaticamento muscolare) e poi cena.

Alla prossima!